giovedì 11 maggio 2017

L'audacia di Macron sarà l'audacia dell'Europa?


A qualche giorno dal secondo turno delle elezioni presidenziali francesi, a mente fredda, ascolto di nuovo (e condivido con voi) il discorso al Louvre del neo-eletto Emmanuel Macron.
Un bel discorso, bello come la scelta di entrare in scena con l'Inno alla Gioia, chiaro omaggio al processo di integrazione europea, di cui la Nona Sinfonia di Beethoven è simbolo ufficialmente riconosciuto.
"Questa fiducia mi onora, non vi deluderò, voglio esserne all'altezza", dice Macron con una retorica politica di alto livello, espressione di valori repubblicani profondi e radicati.
Ai suoi sostenitori chiede di rispettare il voto contrario e dichiara una necessaria presa in carico anche delle esigenze dei sostenitori del Fronte Nazionale: "voglio fare di tutto - dice - affinché tra cinque anni non ci sia più motivo di votare gli estremisti".
"Proteggerò la Repubblica, l'illuminismo e le libertà", per una nuova speranza, un nuovo Umanesimo.
Il concetto di audacia è poi forse il più emozionante, perché l'audacia è come il coraggio, ma meno muscolare e più razionale.
Ci piace, questo Macron, e speriamo davvero che, sulla spinta di queste elezioni francesi, si possa aprire una nuova fase nella politica europea, una fase fatta di riforme, di scelte e di (finalmente!) assunzioni di responsabilità.


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