giovedì 9 luglio 2015

Guy vs Alexis




Lui è Guy Verhofstadt - ex Primo Ministro belga, attualmente presiede il gruppo politico ALDE in Parlamento europeo (Alliance of Liberals and Democrats for Europe). 
L'altro è Alexis Tsipras, premier greco al centro - lui ed il suo Paese - del rovente dibattito europeo di queste settimane. 

Verhofstadt parla di concretezza e credibilità e della necessità di un programma e di una roadmap per la Grecia. 
Tutto quello che sinora il governo di Alexis Tsipras non ha fatto, impegnato a promuovere un referendum dal sapore più plebiscitario che democratico.  

"Parla sempre di riforme - dice Verhofstadt - ma non ha realizzata nemmeno una".
C'è un'unica via possibile: che nelle prossime 48 ore lei presenti un pacchetto di riforme, preciso e credibile". 

E non solo, questo frammento di dibattito - parte di una dinamica più ampia - accredita l'Europarlamento come luogo di democrazia, dove si discute, ci si confronta e ci si scontra.  

2 commenti:

  1. Mi permetto sommessamente di far notare alcune cose.

    1) Tsipras è primo ministro dalla fine di gennaio 2015; in cinque mesi non è che ci si potesse aspettare che lui realizzasse le riforme che, per decenni, Pasok e Nea Dimokratia non avevano saputo/voluto fare.

    2) Tsipras ha sempre detto di essere conscio delle storture dell'economia greca (evasione, pubblica amministrazione inefficiente e così via) e non ha mai negato di voler fare quello che serve; ha solo precisato che vuol farlo con la fisiologica gradualità che riforme di tale portata richiedono.

    3) Tsipras ha anche detto che, pur volendo concedere qualcosa ai creditori, non vuole approvare misure recessive che, oltre alla sofferenza che provocherebbe nei cittadini, non otterrebbero nemmeno l'effetto di risanare i conti pubblici perché, se il PIL cala, calano anche le entrate fiscali e, quindi, debito e deficit, in rapporto al PIL, peggioreranno ancora.

    Tutto sommato, mi paiono ragionamenti di buon senso e sui quali si può lavorare. Ma se la Troika, dopo aver distrutto la Grecia, continua nella sua follia (ideologica), allora merita la più strenua opposizione. In fondo, un debito e/o una moneta non varranno mai quanto la dignità di un popolo. O no?

    Nell'auspicio di non aver disturbato, auguro una buona serata!

    Giancarlo R.

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  2. Grazie per il commento, altro che disturbo!

    Io penso che 5 mesi, in una situazione emergenziale come quella della Grecia, equivalgano ad una vita e almeno un segnale - dico uno - di riforma e cambiamento sarebbe stato necessario. Bene la gradualità, ma almeno si faccia il primo passo!

    Inoltre, interrompere il negoziato sul più bello non è stata una buona scelta.

    Per convocare poi un referendum raffazzonato su cosa, esattamente? Su un accordo che deve essere ancora raggiunto. Si dovrebbe (per assurdo) fare un nuovo referendum sul nuovo accordo.

    Un giornalista greco il giorno del voto ha commentato così: "Going to vote. I wish I knew what am I being asked to vote on...".

    C'è poi da ragionare sulle procedure di questo voto, che ha più il sapore del plebiscito che della democrazia. Una sola settimana di campagna elettorale, con impostazione nazionalista e populista.

    E ora la ricetta qual è, alzare le tasse alle PMI, come ha dichiarato due giorni fa? Se non è austerity questa...

    sarebbe pure il caso di finirla con le pensioni baby e con un sistema economico basato solo sul pubblico...

    Per la cosiddetta Troika, io di ideologia non parlerei.

    Grazie,
    un cordiale saluto!

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