martedì 24 febbraio 2015

Sei sfumature di emoticon



Ed ecco a voi le emoticon multirazziali.
È di queste ore la novità (beta release) in casa Apple: la carnagione di 6 sfumature diverse.
Prima erano disponibili solo tre tipologie di personaggi per rappresentare il mondo, per così dire, non occidentale: un uomo con il cappello cosacco; un uomo con la pelle scura e un turbante e un altro con occhi a mandorla e un tradizionale cappello cinese. Ora invece tutte le emoji potranno essere declinate in sei sfumature differenti. Le tonalità delle icone si basano sulla Fitzpatrick scale, standard riconosciuto dai dermatologi.
La novità è stata resa possibile dalla scelta di Unicode Consortium, l'industria che si occupa dei software di sviluppo delle emoticon.


giovedì 19 febbraio 2015

He went to jihad



"He left that life and found religion, extremism and, ultimately, his way into a photograph where he knelt beside a decapitated corpse on the killing fields of Syria, smiling".

Read the story here.

martedì 17 febbraio 2015

Fronte di Liberazione dal Piuttosto Che



Giacomo Lariccia - giovane cantautore italiano residente in Belgio - la canta proprio giusta.
Perché il "piuttosto che" disgiuntivo proprio non si può sentire.

venerdì 13 febbraio 2015

Samantha

dal profilo Twitter di @AstroSamantha 

No, viene retorico. Non lo scrivo...Alla fine diventa un pezzo smielato...forse scontato. E quel che è peggio, buonista.
E invece lo scrivo, eccome se lo scrivo. Perché quando vedi una bella persona - anche se non la conosci e si trova a non-so-nemmeno-quanti chilometri di distanza - è sempre una sensazione piacevole. E non trascurabile.

Mi riferisco a Samantha Cristoforetti, astronauta italiana, ospite in video del Festival di Sanremo nella puntata di giovedì (del fatto che fosse stato registrato poche ore prima, sinceramente, non importa molto). Pochi minuti di collegamento - si trovava non proprio dietro all'angolo, ma nella stazione spaziale internazionale - in cui l'ho ascoltata attentamente, incuriosita da questo volto simpatico, con i capelli dritti per l'assenza di gravità. 
Una manciata di parole e una boccata di umiltà, empatia, responsabilità. 
"Da quassù diventiamo più consapevoli, si capisce in maniera prepotente che siamo tutti abitanti di questa piccola terra, fragile e meravigliosa".  "È la nostra astronave e dobbiamo trattarla bene, perché un'altra non ne abbiamo". 
C'è poi l'idea - ben presente in Samantha - di rappresentare un'istituzione (questo, di fatto, è l'Agenzia spaziale italiana, ente pubblico nazionale) e di parlare anche a nome di questa (drin drin, politici, funzionari, rappresentanti: vi dice qualcosa?).
Parla di comunità scientifica con orgoglio: che forse proprio la scienza sia l'ultimo baluardo di una qualche idea di comunità e condivisione?    
Quanta misura in quelle parole, dosate, attente, senza l'intento forzato di voler essere sopra le righe. 
Addirittura il rispetto per la televisione come mezzo di tutti, quando non coglie l'occasione (pubblica) per saluti (privati). 
È entusiasta del proprio lavoro, di viaggiare a 28 mila km all'ora: "ho amato vivere quassù fin dal primo giorno, per il piacere di essere arrivata dove avevo sempre sognato di essere". 
Fluttua e della terra le mancano un'insalata fresca o l'acqua per lavare le mani. Il fascino delle piccole cose, semplici, di cui si può sentire la mancanza in una vita così diversa e così lontana. 
"Un saluto e un abbraccio dallo spazio".
Ma soprattutto un esempio. 
Per tutti.



mercoledì 11 febbraio 2015

Triton non può bastare
























Lo scorso novembre, all'interno dell'inserto "Finestra sull'Europa" (Video) in edicola mensilmente sulle pagine del Corriere dell'Umbria, pubblicavamo un articolo su Triton, la nuova operazione di pattugliamento dei confini marittimi allora varata dall'Ue.

Ve lo ripropongo oggi, perché è importante capire ciò che non funziona e che avevamo già evidenziato.

"EMERGENZA SBARCHI: DALL’EUROPA TRITON PER FRONTEGGIARLA"

Il primo novembre è scattata l’operazione Triton (o Frontex Plus): tentativo europeo di risolvere lo spinoso tema dell’emergenza sbarchi, invocato nel semestre di presidenza da un’Italia particolarmente colpita da questo fenomeno.
Con Triton si rafforzerà il pattugliamento dei confini meridionali dell’Unione con mezzi navali e aerei, coordinati dall’Agenzia dell’Unione europea per la gestione delle frontiere – Frontex appunto – in collaborazione con Guardia Costiera, Guardia di Finanza e Marina Militare. Il controllo si svolgerà in acque italiane, nelle zone della Sicilia, Calabria e Lampedusa, accompagnato da un maggior rispetto delle norme comunitarie per le domande di asilo (accresciuta attenzione dei funzionari di terra e delle autorità nazionali per l’accoglienza nello screening dei migranti). Complicato il capitolo risorse: per quelle tecniche – uomini e mezzi – la partecipazione degli Stati sarà volontaria, con la possibilità da parte dei singoli paesi (anche non della UE) di decidere in autonomia se e in che misura rispondere al bando UE. Dopo una risposta tiepida – solo 8 paesi avevano acconsentito a fornire equipaggiamenti, tanto da suscitare un secondo appello europeo – è ancora poco chiaro il numero effettivo dei partecipanti: Cecilia Malmstrom (commissario UE uscente per gli affari interni) ha parlato di 29 adesioni, il Direttore esecutivo dell’Agenzia Gil Arias di 26, il Ministro dell’Interno Alfano in un’informativa della Camera riferiva di appena 18 nazioni solidali alla causa.
Riguardo alle coperture finanziarie, è previsto un budget di 2,9 milioni al mese, stanziato dal Fondo Sicurezza Interna e dallo stesso Frontex. Per il 2015, Parlamento e Consiglio potrebbero approvare un aumento di bilancio ma difficilmente si arriverà ai 9,5 milioni mensili di Mare Nostrum, operazione di controllo tutta italiana, nata per scopi umanitari dopo la  tragedia dell’Ottobre 2013 in cui persero la vita 300 migranti. Mare Nostrum, di cui recentemente è stato dichiarato il termine: "era una missione a tempo, nata come misura di emergenza e conclusa quando l’Europa avesse fatto la propria parte" ha dichiarato il ministro degli interni Alfano. Non per questo verranno meno gli obblighi internazionali dell’Italia per la ricerca e il soccorso in mare, visto anche la scelta di non concentrarsi con Triton sul salvataggio delle persone – prima che migranti – in viaggio. “Questo implica – si legge in un comunicato ufficiale – che l’Italia dovrà continuare a sostenere sforzi notevoli con mezzi nazionali, coordinati con Frontex, per gestire la situazione”. Significative le puntualizzazioni della professoressa Amina Maneggia, docente dell’Università degli Studi di Perugia in Diritto internazionale: "Sono gli Stati membri ad essere responsabili circa le azioni da adottare nei confronti delle imbarcazioni rilevate, e quindi anche dell’adempimento (o violazione) degli obblighi internazionali sulla tutela dei diritti umani e dei rifugiati, nonché di ricerca e soccorso dei natanti in situazione di pericolo".

Analizzate le linee guida, più difficile è stabilire la reale efficacia di Frontex Plus, che – è bene ricordarlo – non ha né un mandato di respingimento né di soccorso. Sempre la Maneggia sostiene: "Nel controllo e rilevamento dei tentativi di attraversare le frontiere marittime Triton può essere valido: si tratta essenzialmente di un'operazione di pattugliamento e sorveglianza delle frontiere, raccolta e analisi dei dati sui movimenti migratori nel Mediterraneo centrale, di contrasto all'immigrazione illegale e al traffico di migranti. Di certo, Triton non sarà efficace in termini di salvataggio di vite umane, non rientrando tale compito nei termini del suo mandato. Riguardo al monitoraggio dei flussi, la riuscita dipenderà dagli sforzi ulteriori che gli Stati membri, a partire dall’Italia, saranno disposti a mettere in campo per la sorveglianza ed eventualmente il soccorso al di fuori dell’area operativa di Triton. La fine di Mare Nostrum da questo punto di vista segna una perdita, sia in termini di contributo all’efficacia di Triton nell’adempimento del suo mandato, sia in termini di integrazione del mandato, limitato appunto al controllo delle frontiere esterne dell’Unione Europea".

Difficile invece avventurarsi in un pronostico per la nostra regione. Molto più cauto – e credibile – fornire numeri sul fenomeno migratorio relativi al territorio: secondo dati ISTAT, aggiornati al 1° Gennaio 2013, gli stranieri presenti in Umbria erano 92.794, per un incidenza sulla popolazione del 10,47%. Una percentuale superiore alla media italiana ed europea che ci vede secondi solo a Lombardia ed Emilia Romagna. Importanti anche le risorse destinate all’immigrazione:  250.000 € nel 2013.
Giulio Sacco

lunedì 9 febbraio 2015

Oscurare il terrore



Un mese fa, con questo video, Anonymous lanciava l'Operazione Charlie Ebdo, volta a rintracciare nel web i soggetti implicati nell'attività terroristica jihadista attraverso l'istigazione ed il reclutamento. Sinora sono stati oscurati siti, portali e profili snodo della comunicazione dello Stato Islamico.

venerdì 6 febbraio 2015

Scelta civica: cambiare si può



Lo spot di Scelta Civica - formazione politica oggi al capolinea - per le elezioni del 2013.

giovedì 5 febbraio 2015

An englishman in Rome

C'è molto dell'Italia nello sguardo lucido di John Hooper, corrispondente da venti anni in Italia dell'Economist. Ha scritto un libro, "The Italians", in cui fornisce il "ritratto di una nazione". Ha provato a descrivere quella che definisce una storia molto particolare del nostro Paese, fatta, da una parte, di gloria (si pensi all'Impero romano, ma anche al Rinascimento ed al Risorgimento); dall'altra di dominazioni straniere, di forti fratture nord-sud. Affronta anche il ruolo della Chiesa, oggi ed allora, quando era contraria alla riunificazione del paese. Un altro stereotipo, chiede l'intervistatrice è quello della famiglia. Le famiglie sono molto più piccole di una volta ma i legami familiari, comunque, rimangono forti. Il ruolo delle donne? Non è cambiato molto negli ultimi venti anni.
Sul piano strettamente politico, coglie appieno l'evoluzione della Lega Nord, oramai del tutto slegata dalla tradizionale rivendicazione territoriale: si tratta oramai di un "populist right wing movement", su base nazionale, simile al Front National francese.
Un paese molto vario, con grandi differenze, ma che non ha, però, maturato un separatismo culturalmente basato, come è invece avvenuto in altri paesi europei (il paragone viene fatto con la Catalogna in Spagna). 

martedì 3 febbraio 2015

Un discorso ecumenico


"L'arbitro deve essere imparziale, ma i giocatori lo aiutino con la loro correttezza". Così il neoeletto Presidente della Repubblica Sergio Mattarella raffigura, quasi plasticamente, il ruolo che intende interpretare. 
Le sue prime parole sono per l'Italia, come Paese - "dal nord al mezzogiorno" - unito nelle attese e nelle aspirazioni dei concittadini. La crisi ha indebolito anche l'unità, "fragile e lontana". Un'unità nazionale che deve divenire "orizzonte di speranza". Occorre realizzare le speranze degli italiani, far fronte "alle aumentate ingiustizie, alle nuove povertà, così come all'emarginazione ed alla solitudine". Pensa ai giovani, alla forte disoccupazione e auspica che la "crisi economica che non si traduca in crisi di valori". 
Un presidente keynesiano, Mattarella, che si augura un'inversione del ciclo economico, inversione da alimentare, guardando "non solo alla finanza, ma alle imprese e ai giovani". 
A mio parere il passaggio da apprezzare di più è quello sul Movimento Cinque Stelle. Un passaggio concreto e calato nel reale. Come è ovvio, non lo cita ma è facile, facilissimo, riconoscere i pentastellati in queste parole. "Emergono nuove modalità di espressione, nel Paese come nella politica. Impossibile non evidenziare la novità ed il cambiamento, rappresentato dalle molte donne e giovani parlamentari". Insomma, una strizzata d'occhio al M5S, blandito nella sua volontà di cambiamento: che voglia tentare di ricondurlo nel recinto della responsabilità? "In queste aule si è rappresentanti del popolo italiano e del paese. E la politica è servizio al bene comune".  
C'è un sostegno aperto alla necessità di riforma della Costituzione: "desidero esprimere l'auspicio che il percorso sia portato a compimento con l'obiettivo di rendere più adeguarta la nostra democrazia e di rafforzare il processo democratico, bilanciando l'esigenza di governo con la dialettica parlamentare". 
E qui sembra porsi in una posizione di favore verso il processo di revisione della seconda parte della Costituzione, smentendo le tesi di alcuni, secondo cui Matteo Renzi si sarebbe eroicamente scelto un ostacolo al Quirinale, con riferimento proprio al rimaneggiamento della Carta fondamentale. Stesso auspicio per la nuova legge elettorale. 
E poi ci sono tanti riferimenti: all'informazione libera, "presidio di democrazia". Alla Resistenza - il "sacrificio di tanti" (tutta l'aula in piedi e, forse, uno degli applausi più lunghi). "La lotta alla mafia ed alla corruzione sono priorità assoluta" (e, con riferimento alla corruzione, Matteo Renzi dovrebbe darsi da fare). 
Cita Falcone e Borsellino e la voce si spezza: l'elemento biografico, l'esperienza del fratello Piersanti vittima della mafia, emerge prepotente, dando a quelle parole una particolare intensità. Parla della diffusione delle mafie, "antiche e nuove, anche in territori prima storicamente immuni", in uno dei passaggi più intensi del discorso che rende simbolicamente non di poco conto il suo essere siciliano. 

C'è anche il terrorismo che "ci inorridisce", dal Medio oriente, all'Africa, fino a Parigi". 
Mi ha colpito il riferimento al piccolo Stefano Taché ucciso nella sinagoga di Roma nel 1982. 
Anche Il passaggio sull'Europa è ampio: la si ricorda come contesto nella quale l'Italia - dopo la II guerra mondiale - ha potuto diventare sovrana. Auspica l'Unione politica, "da rilanciare senza indugio", così come le affermazioni dei diritti di cittadinanza nello spazio europeo di libetà, sicurezza e giustizia". 
Non manca un pensiero alle "famiglie in fuga verso l'Europa del diritto e della democrazia": l'immigrazione, materia delicatissima da affrontare con grande urgenza.
Da buon democristiano cita Papa Francesco, a proposito della corruzione e della solidarietà. Ma poi, a pensarci bene, il pontificato di Francesco è oramai divenuto di dominio di tutti, non più solo di coloro che si ascrivono alla tradizione del cattolicesimo democratico. 
Cita direttamente l'art. 11 e il ripudio alla guerra. 
Cita i Marò, concedendo spazio ad un tema che istituzionalmente sembra non essere trascurabile. 
Chiude tornando al popolo, con l'auspicio "che si senta comunità, nella speranza verso la serenità e la pace".  

domenica 1 febbraio 2015

Il passato che non passa



Scena tratta dal film "Don Camillo e l'Onorevole Peppone" (1955)

Che poi quando - nei commenti all'elezione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella - parlate di democristiani, comunisti, cattocomunisti e via discorrendo, mi sembra non abbiate mai superato questa roba qua (dal genio assoluto di Giovannino Guareschi).