giovedì 24 ottobre 2013

Cameron vs Miliband


da Nomfup      

Uk, va in scena il Prime Minister's Questions sul tema del mercato dell'energia.
Questa è arte.

Guarda anche: Conflitto di interesse?

mercoledì 23 ottobre 2013

Guarda e paga

 In Finlandia una start up tecnologica, Uniqul, ha studiato un nuovo metodo di pagamento che si basa sui tratti del nostro volto, che diventa così il nostro personalissimo (e non clonabile) PIN.
Per pagare basterà avvicinarsi ad un lettore ottico che decodificherà la nostra fisionomia.
Questo il video di lancio.

mercoledì 16 ottobre 2013

16 ottobre 1943, la tragedia in punta di matita





Spesso più delle parole possono i disegni. Certe immagini arrivano diritte, immediate. Forti.
Come gli schizzi a matita di Aldo Gay, unico documento visivo del rastrellamento nazifascista avvenuto nel Ghetto di Roma il 16 ottobre 1943.
Un giovane romano come tanti altri, Aldo, con la passione per la boxe e per il disegno.
Che qualcosa di tragico, di disgraziato stesse avvenendo, lo capì già nel 1938 quando - a leggi razziali promulgate - gli fu proibito, perché ebreo, di entrare nella palestra dove era solito allenarsi.
Da quel giorno inizia a fermare nel suo blocco istantanee che parlano di discriminazione, di violenza.
Di disumanità.
Sono forti le immagini di Aldo Gay.
Forse perché vanno dirette al cuore, senza aver bisogno, come avviene per le parole, di essere mediate, filtrate dalla ragione. O forse perché osservandole ci sembra anche a noi di essere lì - smarriti ed impauriti - in mezzo a quegli eventi, tragici e miseri al tempo stesso.

martedì 15 ottobre 2013

#cutEUredtape: le nuove regole UK per l'Europa. Ma i diritti?

Business Taskforce al lavoro, con la presentazione del report #cutEUredtape (dal profilo Twitter Uk Prime Minister)























“Cut EU red tape”. Tagliare la burocrazia europea. È questo il titolo, ambizioso e diretto, del nuovo report commissionato da Downing Street e pubblicato, nuovo di zecca, oggi, martedì 15 ottobre. «Le imprese affrontano una sfida: producono ottimi beni, offrono servizi e beneficiano della possibilità di vendere in un mercato europeo di 500 milioni di consumatori. Ma spesso sono sovraccaricate da regole europee incomprensibili, problematiche e opprimenti. L’impatto è chiaro: pochi brevetti, vendite in calo, sempre meno prodotti e posti di lavoro. Senza contare che la regolamentazione produce le sue conseguenze più pesanti sulle piccole medie imprese, le più numerose».
Deregolamentazione di Tatcheriana memoria? Gli estensori del report respingono l’accusa e spiegano: «non siamo contrari alla regolazione di per sé, ma abbiamo bisogno di una regolazione che sia orientata alla crescita e all’innovazione». La taskforce messa insieme da David Cameron quindi ha consultato imprenditori in un lungo e in largo lungo il vecchio continente e ha  formulato una serie di raccomandazioni per riformare il metodo di governo europeo ed inglese, nonché quello delle stesse istituzioni europee. Si tratta anzitutto di superare cinque tipologie di barriere: alla competitività, ma anche all’avvio di nuove attività e all’assunzione di staff. Ci sono poi le barriere all’espansione del business e al commercio oltre i confini. E, infine, quelle all’innovazione.
Quali sono, allora, i punti all’ordine del giorno?
Tanti. Ad esempio diminuire i costi per i piccoli imprenditori nell’accesso al credito (costi altamente sproporzionati, se paragonati a quelli sostenuti dalle grandi realtà imprenditoriali), oppure lavorare per un vero mercato unico nel settore dell’e-commerce. Si pensi poi al problema del commercio on-line oltre frontiera: l’utente che usa una carta di credito o di debito si vede applicare una commissione, chiaro disincentivo all’acquisto oltre i confini nazionali.
E poi c’è il serio problema della “direttiva servizi”, nata per rimuovere le barriere nel mercato dei servizi, ma ancora non pienamente operativa, a causa dell’incompleto recepimento da parte di molti degli stati membri. Lacuna non di poco conto, se pensiamo che il settore dei servizi è fondamentale per la competitività, la crescita ed il lavoro
Se molte delle misure proposte dal report sembrano essere condivisibili, altre lo sono molto meno. Si pensi alla delicata materia dei diritti delle lavoratrici in maternità. La ricerca si scaglia contro la proposta del Parlamento europeo di inserire nella nuova direttiva in fieri una maggiore tutela per le donne in gravidanza, portando a 20 il numeroso di settimane con stipendio pieno. «Ciò sarebbe terribilmente costoso per le imprese inglesi ed europee», si legge nel paper.
Ma è anche il caso della direttiva che protegge i diritti dei lavoratori nel caso del trasferimento da una attività lavorativa all’altra della compagnia per cui lavorano, protezione che, stando al report, è troppo elevata, non permettendo l’armonizzazione del trattamento economico. Mal tollerate sono anche tutte le regolamentazioni – forse a volte troppo macchinose ma sacrosante – a protezione dell’ambiente o a tutela dei consumatori (si pensi ai prodotti alimentari).
Insomma, se alcune delle proposte sembrano condivisibili e poco connotate sul piano dell’ideologia economica di fondo, altre lo sono molto meno e rischiano di erodere quello che è insieme centro e caratteristica centrale del processo di integrazione europea: il rispetto dei diritti sociali.  

Leggi il Report.

lunedì 14 ottobre 2013

I'm an englishman in Beijing

Un viaggio di sei giorni tra Pechino, Shanghai e Hong Kong, per promuovere Londra presso il gigante cinese, sempre più corteggiato come investitore in grado di risollevare le sorti del malconcio Vecchio Continente. A capo della delegazione londinese, il sindaco Boris Johnson.
Contestuale, il lancio di London.cn, piattaforma in cinese per esplorare le possibilità di lavoro, studio e business nella capitale inglese.
Boris Johnson e George Osborne alla Peking University

Al British Brands festival, promuovendo, tra gli altri marchi, Jaguar e Twinings Tea
Il bilaterale con il sindaco di Pechino.
Al Distretto artistico 798 di Pechino promuovendo le Università londinesi

martedì 8 ottobre 2013

No skills, no party




Italia e Spagna, ebbene sì, maglia nera in fatto di “Adult skills”, e cioè quell’insieme variegato di competenze e capacità tanto utili nel lavoro quanto nella vita sociale.
L’amaro verdetto viene dalla ricerca portata a termine in 24 paesi dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD) e presentata oggi, martedì 8 ottobre.
Gli indicatori? Anzitutto il tasso di alfabetizzazione, inteso come abilità di comprendere e utilizzare al meglio testi scritti. Non solo pura decodifciazione, quindi, ma anche valutazione ed interpretazione di messaggi complessi. Poi l’abilità di calcolo, la capacità di utilizzare interpretare e comunicare informazioni numeriche. C’è poi il problem solving, concetto calato oggi in un contesto altamente tecnologizzato, un quid oramai imprescindibile che ha a che fare con la capacità di usare le tecnologie digitali, gli strumenti di comunicazione e le reti, in modo tale da acquisire ed utilizzare informazioni, mettendosi in relazione con gli altri. Risolvere problemi, insomma, tanto nella vita privata, quanto nel lavoro e nel proprio contesto sociale, definendo obiettivi appropriati e scegliendo le informazioni adeguate allo scopo.
L’apprendimento, infatti, non dovrebbe finire con la fine del periodo scolare: i cittadini devono poter continuare ad investire nelle loro abilità e nelle loro competenze lungo il corso della loro vita adulta, tanto più che le abilità di cui qui si parla non sono direttamente connesse ai livelli di istruzione. In alcuni paesi, ad esempio, un quarto dei laureati finiscono in fondo alla classifica, mentre in Australia, Filanda, Giappone e Norvegia più di uno su tre cittadini senza elevata scolarizzazione raggiungono comunque livelli elevati in fatto di Adult Skills.
Insomma, dalla ricerca è chiaro che un buon utilizzo di queste abilità aumenta le prospettive di impiego, migliora la qualità della vita e funge da potente volano per la crescita economica.
Un aspetto, quello della formazione permanente, che dovrebbe essere valorizzato anche in periodi di vacche magre, viste le documentate ricadute positive.

Link al sito dell'OECD. 
Link all'articolo del The Guardian sulla ricerca 

domenica 6 ottobre 2013

Tutto il mondo è paese


Ecco i nuovi spot dei candidati a sindaco di New York. Dopo le primarie di settembre, Bill de Blasio (democratico) e Joe Lhota (repubblicano) sono pronti a sfidarsi nell'election day del 5 novembre.
Intanto - almeno stando alla pubblicità del repubblicano - un tema su tutti li divide: le tasse.
Perché, in fondo, tutto il mondo è paese.

sabato 5 ottobre 2013

martedì 1 ottobre 2013

Italiani coda di paglia



Italiani coda di paglia, tanto da fraintendere l'inglese, auto-appiccicandosi lo stereotipo dei poveracci.
Nel mirino di servizio del Tg de La7, la pubblicità della carta di credito Mastercard.
L'immagine, inconfondibile, è quella di un vino toscano, sulla cui etichetta si legge: "Not having to figure out Italian for 'I can't pay you now'", che significa "non dover conoscere l'italiano per dire 'ora non posso pagare'".
Del tutto diverso, ed errato, il significato attribuito dal giornalista, secondo il quale la frase starebbe a voler dire "non dover fare gli italiani e dire 'ora non posso pagare'".
Della serie, anzitutto l'autostima.