lunedì 25 novembre 2013

La rivincita di lady Ashton

Al centro, Catherine Ashton

Quando nel 2009 prese il posto di guida della diplomazia dell'Unione europea, Catherine Ashton fu accolta, in primis nel Regno Unito, con un misto di velata ironia e aperta derisione. Oggi, invece, le prime pagine dei giornali di tutto il mondo riportano la notizia dell'accordo sul nucleare iraniano e, con essa, il nome della Ashton che a quanto pare avrebbe avuto un ruolo centrale nella gestione dei negoziati. 
Dall'ombra al centro della scena, dunque, come ci spiega l'articolo del The Guardian

"Lady chi?", commentavano molti degli ambienti diplomatici europei quattro anni or sono, mentre a Londra, la reazione prevalente era: "La Gran Bretagna non vuole una politica estera europea e lei non la farà nascere. So, fine". Unica voce fuori dal coro quella di un funzionario europeo che avrebbe svolto un ruolo centrale nel corpo diplomatico della baronessa inglese: "In quattro anni, la Ashton diventerà una figura di primo piano". Profezia, questa, che sembra almeno in parte avverarsi. 
Senza entrare nel merito degli accordi siglati ieri, domenica 24 novembre, a Ginevra (qui un'ottima sinossi offerta dalla cnn), quel che è certo è che si tratta di una delle più grandi operazioni di "distensione nucleare" degli ultimi tempi. 
Il tema, infatti, è il suo: prima di diventare Alto rappresentante per la sicurezza e la politica 
estera dell'Ue, la Ashton ha lavorato, dal 1977 al 1983, per la Campagna per il Disarmo nucleare (Campaign for nuclear Disarmament, CND). 

La parziale (ma significativa) decelerazione della questione nucleare iraniana è senza dubbio la conseguenza del cambiamento di regime avvenuto nel paese mediorientale questa estate, che ha portato al potere il presidente Rohani, ma anche della volontà dell'amministrazione Obama di procedere verso reali negoziati con l'Iran, per la prima volta da una generazione a questa parte. 

Ma fondamentale è stato anche il contributo della Aston che, spiega il Guardian, negli ultimi anni ha portato avanti con tenacia i colloqui che, pur intermittenti, hanno permesso la prosecuzione di tavoli molto complessi, fatti di capacità di mediazione e di indirizzo. Ed è così che domenica, la schiva Catherine si è trovata nella per lei inusuale posizione di chi riceve complimenti.   


"Vorrei congratularmi in particolare con Catherine Ashton per il suo lavoro che è il risultato del suo infaticabile impegno aul tema nel corso degli ultimi anni", ha commentato il Presidente della Commissione europea Barroso
Sulla stessa linea Herman Van Rompuy, Presidente del consiglio europeo: "Mi complimento con la Ashton per il suo ruolo cruciale - come negoziatore e come co-presidente dei tavoli negoziali. Il suo impegno e la sua perseveranza sono stati i fattori chiave nel raggiungimento di questo primo accordo". 
John kerry abbraccia la Ashton
Quanto a John Kerry, US secretary of state, all'abbraccio riservato alla Ashton ha aggiunto commenti più che benevoli sulla sua caparbietà. 
I mandati di Van Rompuy e Ashton iniziarono allo stesso momento, come conseguenza del Trattato si Lisbona, che istituzionalizzava le figure del Presidente del Consiglio europeo e dell'Alto rappresentante per la politica estera. 
Entrambi erano considerate figure opache, burocrati poco adusi a ruoli di leadership e poco propensi a lavorare per una visione strategica e per una costruzione politica. Perfetti, insomma per un'Europa low profile, voluta dalla maggior parte dei leader del vecchio continente, che evitavano accuratamente  figure carismatiche alla Tony Blair alla David Miliband o quei influenti personaggi della politica tedesca e francese, in grado di dettare l'agenda politica. Optarono dunque per due efficienti ed efficaci mediatori, in grado di coordinare anime e forze diverse. 
Nel corso degli anni però le cose cambiano e ieri la Ashton si è tolta qualche soddisfazione. 

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