martedì 30 ottobre 2012

Good night, Vietnam




Rei di critica, colpevoli di libertà di espressione. Due musicisti vietnamiti sono stati condannati oggi per propaganda contro lo stato, al termine di un processo durato mezza giornata davanti ad un tribunale di Ho Chi Minh City. Il verdetto aggiunge un altro triste capitolo all'attuale giro di vite in corso contro il dissenso nel Paese. Vo Minh Tri (34 anni), meglio noto come Viet Khang, è stato condannato a quattro anni di reclusione piú due agli arresti domiciliari. Tran Vu Anh Binh (37 anni) dovrà invece rimanere in carcere per sei anni, seguiti da altri due da prigioniero in casa.
I due – in carcere dalla fine del 2011 – sono stati condannati per aver composto ed eseguito canzoni – i video circolano anche su YouTube – contro la debolezza del Governo vietnamita in merito al possesso degli arcipelaghi delle isole Spratly e Paracel, contese con la Cina nel Mar cinese meridionale. Più in generale, i loro testi parlano di temi sociali, proteste e dissidenza.
Le accuse di propaganda contro lo Stato e di tentato rovesciamento del governo, vengono regolarmente utilizzate contro dissidenti e attivisti per la democrazia, in un paese in cui il partito comunista ha oramai vietato qualsiasi tipo di dibattito politico. "È un modo grottesco di trattare le persone, colpevoli solo di aver scritto canzoni", afferma Rupert Abbott, Amnesty International, che descrive i due uomini come "prigionieri di coscienza". "Oppositori politici, blogger, poeti, e ora musicisti" Phil Robertson (Human Rights Watch), denuncia la "repressione crescente contro la libertà di espressione". A fine settembre, infatti, tre famosi blogger vietnamiti sono stati condannati al carcere pesante per "propaganda contro lo Stato", provocando numerose proteste, dagli Stati Uniti all'Unione europea. "È scandaloso – prosegue Robertson – che il governo vietnamita abbia condannato alla prigione per la scrittura e l'esecuzione di canzoni. La sfida del Vietnam alle norme internazionali in materia di diritti umani è senza limiti”. 

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